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Informazioni generali sui progetti pedagogici

 

 

La nostra cultura occidentale ha proposto da sempre una visione dell’uomo basata su una separazione “chirurgica” in cui la mente e il corpo risultano essere due componenti distinte. In questo senso, siamo tutti figli del dualismo di Cartesio tra res cogitans e res extensa, della netta separazione tra mente e corpo, tra coscienza e materia. Questa scissione ha pesantemente influito sullo sviluppo delle prassi educative, nelle quali si cerca di formare l’uomo disinteressandosi del suo corpo e delle sue emozioni. Questa concezione è ancora oggi dominante malgrado lo sforzo di alcuni ricercatori che, già dalla seconda metà del secolo scorso, si sono battuti in favore del riconoscimento dell’unità psicofisica dell’individuo.

 

Il recupero di una visione olistica dell’individuo è stata attuata dalla Psicologia Umanistica nella seconda metà del XX° secolo: grazie a questa nuova tendenza si è riusciti a valorizzare quelle attività espressive e creative che possono condurre il paziente all’autostima e all’autorealizzazione. Il senso stesso del lavoro di gruppo, che aiuta l’individuo a sentirsi ancora parte di una comunità nonostante viva in un’epoca che lo spinge alla solitudine e all’isolamento, sta nel valorizzare il bisogno di condividere i propri sentimenti, le proprie emozioni, i propri affetti con altre persone. All’interno di un gruppo ogni individuo vive le emozioni, le difficoltà, i sentimenti di un’altra persona come un qualcosa che gli appartiene e che gli offre continuamente l’opportunità di arricchirsi. Ogni gruppo è al tempo stesso un macrocosmo e un microcosmo: un macrocosmo perché è ricco di vitalità, di esperienze radicate e transitorie, di stimoli e di traiettorie perennemente in trasformazione; un microcosmo perché, al suo interno, si sviluppano dinamiche, rapporti e situazioni che rispecchiano quelli dell’intera esistenza umana. Ogni gruppo si configura sempre come una comunità che, nel suo piccolo, ripropone le medesime caratteristiche delle grandi strutture sociali.


A partire da queste iniziali considerazioni – estrema sintesi di una ricerca effettuata in diversi anni di conduzione di laboratori in contesti diversi e a contatto con individui di tutte le età – si è cercato di approfondire gli aspetti educativi e formativi dei progetti proposti, avvicinandosi sempre più ad una consapevolezza fondamentale che, purtroppo, risulta ancora estranea a gran parte delle istituzioni educative del nostro paese: l’attenzione al solo intelletto, di per sé, non è sufficiente ai fini di un corretto e completo sviluppo della persona; infatti, non si possono trascurare quegli aspetti altrettanto importanti legati allo sviluppo fisico-motorio e a quello affettivo-relazionale. La cura dell’intelletto è necessaria per promuovere la capacità di elaborare pensieri, formulare concetti, esprimere opinioni e giudizi; lo sviluppo dell’apparato fisico-motorio conduce a una piena coscienza del corpo e delle sue potenzialità espressive e comunicative; lo sviluppo affettivo-relazionale permette di vivere le proprie emozioni, di esternarle, di stabilire legami profondi con altri individui all’insegna di valori etici e morali troppo spesso trascurati. Inoltre, l'esperienza teatrale, il "gioco" della rappresentazione, risalendo alle origini della nostra civiltà, è ancora oggi un'esperienza dal grandissimo valore formativo, e non solo in età evolutiva.

 

Per informazioni dettagliate sui singoli progetti vai alla pagina

Schema circolare dei processi  che

interagiscono in una corretta educazione

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